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Smartphone e telefilm

Qualche giorno fa, un amico professore di scuola Media ha definito il cellulare “fonte di tutti i mali”. Si tratta di un’affermazione che mi ha fatto molto sorridere...
Attualità - Smartphone (Foto internet)

Qualche giorno fa, un amico professore di scuola media ha definito il cellulare “fonte di tutti i mali”. Si tratta di un’affermazione che mi ha fatto molto sorridere: perché, se è fonte di tutti i mali, ce ne serviamo così spesso e quasi facciamo fatica a staccarcene e a spegnerlo per un po’? Il cellulare, o meglio lo smartphone, è uno strumento che ha sicuramente cambiato le nostre vite e il nostro modo di affrontare tantissimi momenti della vita. Un esempio stupido su tutti: quando i cellulari erano ancora in bianco e nero, veniva considerata grande maleducazione tenerli sul tavolo a pranzo o a cena; oggi è cosa molto comune e molto ben tollerata. I nostri figli imparano la gestualità tipica dei device portatili (scorrere in alto e in basso, a destra e a sinistra, usare due dita per ingrandire o diminuire la visuale, ecc.) prima ancora di parlare, leggere o scrivere. Qualcosa vorrà pur dire.

Il fatto che lo smartphone si possa usare bene e a scopi positivi, comunque, non nasconde il fatto che lo si possa usare male, eccome! Soprattutto se lo si fa in maniera inconsapevole, lo abbiamo detto. È notizia di qualche settimana fa lo stop di Facebook al progetto Instagram Kids, il social network per i minori di 13 anni. Il progetto era finito al centro di un’inchiesta della testata americana The Wall Street Journal, che ha avuto accesso a documenti interni all’azienda di Mark Zuckerberg, in cui si denunciavano gli effetti negativi di Instagram sulla psiche degli adolescenti, soprattutto sulle ragazze, pressate dai modelli di bellezza stereotipata e impossibile proposta dal social network. Ma siamo proprio sicuri che di non star confondendo lo strumento con la causa vera del problema? Instagram è il problema o solo la cassa di risonanza? La consapevolezza è la chiave: vi assicuro che i nostri preadolescenti sanno essere davvero ingenui, per quanto si sentano grandi. Usano i filtri di Instagram tutti i giorni, si fanno gli occhi grandi e le ciglia lunghe, ma poi non sospettano nemmeno che le star ritocchino i loro scatti prima di postarli online. Il marchio di prodotti per la cura del corpo Dove ha appena concluso un Progetto Autostima che ha coinvolto un centinaio di scuole in tutta Italia per “diffondere il messaggio di bellezza autentica e l’importanza dell’autostima”, mettendo a disposizione online strumenti per i docenti e workshop specifici sul tema ed elargendo buoni per l’acquisto di materiale tecnologico e didattico alle prime 15 scuole classificate.

Il nuovo fenomeno che preoccupa genitori e insegnanti in questo momento, peró, si chiama ‘Squid Game’ ed è una serie televisiva sudcoreana in onda in streaming on demand su Netflix. Non si tratta di certo di una serie adatta ai minori: vietata agli under 14, racconta di un gioco mortale con in palio un premio di circa 33 milioni di euro, in cui chi perde viene ucciso. Sono stati molteplici gli episodi di violenza denunciate nelle scuole, con bambini che emulano le “gesta” del telefilm e infliggono punizioni corporali vere o simulate ai coetanei. È Netflix il problema? È lo smartphone il problema? Ovviamente no! Tutti i programmi di streaming online, nonché i televisori e gli smartphone stessi, offrono molteplici possibilità di parental control, ponendo un filtro a quello che possono vedere i ragazzi. In aiuto dei genitori è arrivata anche la Polizia Postale, con un vademecum postato su Facebook che invita i genitori a visionare gli episodi anche prima di permettere a un over 14 di vederla e a ricordare a tutti che quanto visto nel telefilm è frutto di finzione. E poi, il consiglio aureo: “Tenete sempre vivo il dialogo familiare sui temi dell’uso delle nuove tecnologie con i ragazzi: ponete loro domande e ascoltate come la pensano. I nativi digitali hanno una visione differente da quella degli adulti e può essere utile conoscere il loro punto di vista sui rischi e sui fenomeni emergenti”.

La prossima volta che chiederete a vostro figlio “Com’è andata oggi a scuola?” ricordate anche di chiedere “Cos’hai visto su Netflix?” e “Com’è andata oggi con lo smartphone?”. Non è uno scherzo.

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