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sabato 18 maggio 2024 | ore 13:19

Le foto di Gianni Saracchi

È stata allestita negli scorsi giorni nella sala delle colonne, inaugurata nella serata di lunedì come evento collaterale alle celebrazioni della festa del Perdono.
Corbetta - mostra gianni saracchi

Una nuova mostra per celebrare Gianni Saracchi, il fotografo storico di Corbetta e di tutto il territorio del magentino. È stata allestita negli scorsi giorni nella sala delle colonne, inaugurata nella serata di lunedì come evento collaterale alle celebrazioni della festa del Perdono.

La mostra ‘La Città del Gianni’ è organizzata dall’associazione ‘Matite colorate’ di Corbetta che ha anche realizzato un libro con gli scatti più importanti del fotografo, con a tema ‘Corbetta al lavoro’, dopo che la prima in passato fu dedicata allo sport. Come spiega Roberto Oldani, il presidente dell’associazione ‘Matite colorate’, “l'archivio Saracchi è composto principalmente dagli eventi che avvenivano nel comune di Corbetta, matrimoni e feste di paese. Ma ai tempi nel dopoguerra dobbiamo anche pensare che, ad esempio, le forze dell'ordine non avevano un proprio fotografo e quindi Gianni Saracchi veniva anche chiamato in caso di incendio o incidenti. Era un po' anche un cronista dell'epoca, perché le sue fotografie andavano a rappresentare le prove di ciò che era successo. Dalla fototessera all'evento storico, lui ha registrato tutto quello che succedeva nella zona. Si pensa abbia fatto 10.000 matrimoni solo qua nella zona. La prossima nostra mostra infatti sarà proprio dedicata a questi eventi: i matrimoni alle feste di paese”.

L’archivio Saracchi è una raccolta storica di quasi 300.000 negativi che il comune di Corbetta ha comprato e che oggi racconta ancora tutta la storia dell’ovest milanese. Un archivio che viene svelato in parti dal tanto che è corposo. E in questa occasione, durante la festa del Perdono, si è scelto di mostrare come si lavorava un tempo. Dalle mondine agli operai, dalle impiegate nelle aziende tessili ai contadini, con uno sguardo su quella che era anche la moda oltre che le usanze dell’Italia di provincia durante gli anni del boom economico.

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